Marco Savoli & Maria Chiara Lugenti  



Marco Savoli

... se non avessi fatto il Falegname
nella vita vorrei essere un Fotografo..
.
Hops !!
Ma io non sono nemmeno un Falegname!

 Toscano, nasco e vivo in una piccola valle di montagna, La Garfagnana (LU). Autodidatta, ho spaziato dalla musica alle arti visive, ma ho trovato nella Fotografia il mezzo esplicito del mio interesse. La deformazione professionale di consulente mi spinge a un rapporto empatico con gli individui con cui mi interfaccio e che poi, proiettati nella mia visione artistica, diventano elemento necessario in un concetto più ampio di Arte Partecipata. La progettazione contaminata e il coinvolgimento attivo delle persone rompono il confine tra artista e spettatore dove l'idea iniziale si plasma e si modella in un divenire sempre nuovo. Ecco allora che Marco Fotografo si fa da parte e diventa spettatore in attesa, mentre lo spettatore diventa regista, narratore e inconsapevole proprietario del progetto. Cerco un nuovo punto di ripresa provando a ribaltare il piano percettivo. Il progetto e la condivisione dello stesso diventano il vero oggetto artistico, il risultato finale è in realtà solo uno dei tanti strumenti.


Maria Chiara Lugenti 

"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà:se ce n'è uno è quello che è già qui,l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti:accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui:cercare e saper riconoscere che e che cosa,in mezzo all'inferno,non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio
"

Ciao! Sono Maria Chiara, ho 29 anni, sono originaria di Castelnuovo, ma da qualche anno vivo nel comune di Molazzana e più  precisamente nella  Frazione di  Cascio.

Nel 2024 mi sono laureata in Antropologia e Storia del Mondo Contemporaneo, approfondendo con i miei studi l'analisi delle dinamiche sociali e il rapporto tra individuo e memoria collettiva. Ho trovato fin da subito molto interessante il progetto e l'idea di fissare in una fotografia una storia che, come quella che racconta, presto non sarà più la stessa. Un'immagine può racchiudere un frammento di realtà che offre uno spaccato unico della nostra società, diventando testimone unica di un cambiamento che avviene sotto i nostri occhi, ma che spesso fatichiamo a riconoscere.

Credo che la memoria e la fotografia siano strumenti straordinari per preservare ciò che ci è caro e raccontare storie che, altrimenti, potrebbero essere dimenticate.