Che fai bimbo?

14.02.2025

E' Domenica, mi sveglio alle 10.15 ma ho sonno;  nella notte, alle 3, mi sono alzato per "recuperare" mio figlio 17enne in discoteca

Un tempo ci sarei andato anche io ?

No non credo non mi sono mai piaciute le discoteche .

Resta il fatto che ho un gran sonno .

Il 23 Febbraio dovrei presentare il mio progetto fotografico. No so ancora cosa racconterò ! So per certo che vorrei mostrare del fotografie. Devo fare delle prove sul campo e mostrerò quelle per farmi capire .

Un tizio dice " … perché sia un buon progetto deve essere SCOMODO"

Ti deve fare uscire dalla tua zona di confort . Io vorrei fare delle foto in esterno o con luce naturale .
Oggi piove .

Scomodo molto scomodo .

Il tempo meteorologico e il sonno fanno l'occhiolino al divano.. molto più comodo .

La persona da fotografare oggi l'ho vista centinai di volte nella mia vita e in tante situazioni diverse .

È mio zio Giuseppe .

Eppure sono in imbarazzo.

Realizzo che in realtà, non lo conosco così bene .

Parto!

Niente è esattamente come avrei immaginato . Il tempo, la voglia e questa fastidiosa sensazione di imbarazzo ed eccitazione che mi accompagna lungo la strada .

Ripasso mentalmente le 5/6 cose fondamentali da non scordare durante la visita ma già lo so, accadrà.

Arrivato !

Sono nella grande aia davanti casa . Ci sono stato mille altre volte in auto a piedi, ci ho giocato a pallone, ci ho mangiato ma oggi sarà diverso . È capitato di accompagnare mia mamma a trovare suo fratello . Di norma c'è anche mio cugino, oggi no !

Da bimbetto andavo in quella casa principalmente perché c'erano i nonni materni . Mio zio spesso era nella stalla o nei campi.Mi ha visto crescere , l'ho visto invecchiare ma non ci conosciamo . Credo che sia la prima volta che sono solo con mio zio .

Capita che le vite delle persone non si sovrappongano . Proseguono parallele, non per mancanza d'affetto o stima ma solo perché è così, i tempi non coincidono .

Ora sono davanti alla porta con tutte queste domande , la maniglia è fredda o forse sono io, entro !

Mi saluta, guarda oltre la mia figura e mi chiede se sono solo; alla mia risposta affermativa rimane un po' sorpreso ma non fa domande . È seduto su una piccola sediola davanti alla camino . "Allora? Che fai bimbo ?"

Iniziamo a parlare delle cose normali, del mio lavoro, delle sue gambe da tenere allenate camminando (a 90 anni sembra il minimo) .

Il senso di imbarazza è sparito .

Forse sale su dallo stomaco un po' di senso di colpa per non averlo fatto prima . Venire a trovarlo, passarci un'oretta insieme . Ma le vite capita siano delle parallele.

Gli parlo anche del mio progetto fotografico, non so se ha capito proprio tutto ma non appena gli dico che vorrei fargli delle foto, il suo umore leggermente cambia.

Non è ne infastidito ne arrabbiato ma il suo pensiero va subito all' abbigliamento . Ha un cappello di lana e dei jeans leggermente rammendati su un lato. Lo rassicuro non sarà un problema.

Ha Lo stesso viso di sua sorella (mia madre ) il naso poi e' identico. Sono sicuro che in fotografia verrà bene, tante volte ho fatto le prove sul suo viso, a distanza .

Comunque questa storia della fotografia un pochino lo agita, il suo respiro diventa un poco più veloce. Sul pantalone l'ho convinto, ma il cappello non gli va giù. Ad un tratto mi lascia " solo come un però" nella sala, davanti al camino . Va " lesto" al piano di sopra. (E per fortuna si deve tenere allenato per camminare,… sorrido)

10 minuti dopo torna, tutto pettinato e accenna anche un fischietto sottovoce, ora è più rilassato.

Prima di iniziare con le foto mi prepara un buon caffè. Poi lo faccio sedere sulla poltrona . Ho dovuto mettere anche un faretto, la giornata di pioggia intensa non aiuta . Non avrei voluto essere invadente ma per fotografare anche a pellicola oggi non posso fare altrimenti . Ci sistemiamo ed inizio a scattare.

Giuseppe sembra sul patibolo. Imbarazzato e preoccupato . Come non dargli ragione, era rilassato al camino in una classica domenica invernale ed arriva un Nipote "rompi scatole" che gli mette davanti un faro e una macchina fotografica .

"Però giuro, un ti sparo zio !" Vista da questa prospettiva si apre un bel sorriso e ritrovo mio Zio la sua ironia e forse inizio a conoscerlo .

Ora è rilassato sta' al gioco. Mi prende in giro dicendo che la mia macchia fotografica, dopo aver ritratto il suo viso, smetterà di funzionare e che il mio progetto è talmente lungo che lui non ne vedrà mai la fine .

Scatto, continuiamo a parlare, un pochino di tutto, anche della morte ma con tranquillità come un fatto normale che accade che deve succedere e mi dice 

" Se devo perde la testa spero che mi portin via subito anco le unghie dei piedi ".

Finiamo gli ultimi scatti e poi gli spiego che ad ogni persona e/ famiglia che ritraggo faccio scrivere su un cartoncino . 

" E chi ci scrivo bimbo ?" "Non lo so quello che ti pare, puoi anche solo firmare e se vuoi ci metti la data di oggi "

Impugnata la matita, nonostante come mi dice sia un pochino di tempo che non scrive, la firma è fatta! E poi la data . Arriva anche mio cugino . Ancora qualche chiacchera .

Ringrazio, saluto! La porta si chiude alle mie spalle

Sospiro, oggi ho conosciuto per la prima volta mio zio. Non so ancora nulla di lui in più della sua vita rispetto a quello che già sapevo, e forse non lo saprò mai.

Le vite, non per scelta ma per circostanze, capita, non si sovrappongono .

Oggi però davanti al mio obiettivo c'era un pezzo dell' mia famiglia, di un paese, di una storia; un umo che ha dedicato la vita alla sua terra alle sue bestie alla sua famiglia e ora tra una passeggiata e l'altra, una vista al cimitero a trovare mia zia Giorgia, riposa sulla sua poltrona accanto al camino .

Grazie per quel sorriso che mi ha fatto stare bene .


Marco Savoli